Elena Percivaldi<p><strong>Studi / Cosa si mangiava a Pompei? Dai reperti organici nuovi dati sull’allevamento e l’alimentazione nella città vesuviana</strong></p> <p class="">Elena Percivaldi</p> <p>Tra i tanti aspetti affascinanti dell’antica <strong>Pompei</strong>, pochi sono tanto concreti e quotidiani quanto il cibo. Ora grazie alla collaborazione tra il <strong><a href="http://www.pompeiisites.org" rel="nofollow noopener" target="_blank">Parco Archeologico di Pompei</a></strong>, l’<strong>Università della Campania Luigi Vanvitelli</strong>, <strong>La Sapienza</strong> di Roma e l’<strong>Università di York</strong>, <a href="https://www.nature.com/articles/s41598-025-12156-7" rel="nofollow noopener" target="_blank">un nuovo studio pubblicato su <em>Scientific Reports</em></a> indaga in profondità le <strong>abitudini alimentari</strong> dei pompeiani.</p><p>L’indagine prende in esame isotopi1 stabili del <strong>carbonio (δ13C)</strong> e dell’<strong>azoto (δ15N)</strong> per comprendere l’origine delle proteine e dei carboidrati consumati sia dagli <strong>esseri umani</strong> che dagli <strong>animali domestici</strong>. Il risultato è una ricostruzione inedita della filiera alimentare e delle strategie di produzione agro-zootecnica in uso a Pompei prima dell’<strong><a href="https://storiearcheostorie.com/2024/07/08/pompei-ricostruiti-gli-effetti-della-sismicita-durante-leruzione-del-vesuvio-del-79-d-c/" rel="nofollow noopener" target="_blank">eruzione del 79 d.C.</a></strong></p><p><strong>La ricchezza di Pompei: una miniera organica unica</strong></p><p>Pochi siti archeologici restituiscono una tale quantità di <strong>materiale organico conservato</strong> come Pompei. L’eruzione del Vesuvio ha infatti sigillato per quasi due millenni <strong>resti animali, vegetali, semi, ossa, persino le feci</strong>, permettendo oggi di investigare aspetti concreti della vita quotidiana, come la <strong>dieta</strong>, l’<strong>allevamento</strong> e le <strong>pratiche agricole</strong>.</p>Datteri trovati a Pompei<p>Il team ha analizzato i resti di <strong>67 individui tra umani e animali</strong> (suini, ovini, caprini e cani), provenienti da contesti pompeiani già scavati negli anni precedenti, dimostrando come le <strong>metodologie moderne</strong> siano in grado di far parlare materiali raccolti anche decenni fa.</p><p><strong>Dieta pompeiana: cereali, legumi e… non solo</strong></p><p>Gli isotopi di carbonio indicano un consumo prevalente di <strong>piante C3</strong>, come <strong>frumento, orzo, legumi</strong> (fave, ceci, lenticchie) e ortaggi. Si tratta di specie largamente diffuse in tutto il bacino mediterraneo, adatte ai suoli vulcanici e al clima mite della Campania.</p>Fichi, altro ritrovamento eccezionale oggetto dello studio<p>La presenza di tracce di <strong>piante C4</strong>, come il <strong>miglio</strong>, suggeriscono che anche alimenti considerati “poveri” erano parte della dieta, specie per le classi meno abbienti o per il bestiame. Il miglio, poco pregiato rispetto al grano, è nutriente e si conserva facilmente: un alimento ideale in contesti urbani e militari.</p><p><strong>Gli animali da allevamento: una gestione differenziata</strong></p><p>Uno degli aspetti più innovativi della ricerca riguarda l’analisi isotopica degli <strong>animali da allevamento</strong>. Nei <strong>suini</strong>, in particolare, gli studiosi hanno riscontato una dieta <strong>molto varia</strong>: alcuni risultano nutriti con vegetali di tipo C4 (forse scarti alimentari o pastoni), altri con alimenti più naturali. L’ipotesi è che a Pompei esistessero <strong>allevamenti sia semi-intensivi</strong> in ambito urbano che di <strong>gestione domestica</strong>.</p>Una pagnotta carbonizzata trovata sul sito<p>Diverso il caso di <strong>capre e pecore</strong>, la cui alimentazione sembra più coerente e derivata dal pascolo all’aperto. Ciò lascia ipotizzare la presenza di <strong>allevamenti estensivi</strong>, forse praticati nelle aree collinari attorno alla città, a integrazione delle economie urbane.</p><p><strong>La carne era davvero per tutti?</strong></p><p>Un altro dato chiave emerge dalla <strong>distribuzione dell’azoto</strong> (δ15N), un chiaro indicatore dell’apporto proteico di origine animale nella dieta. In base a quanto emerso, i pompeiani sembra <strong>consumassero carne in maniera abbastanza regolare ma non troppo abbondante</strong>, e che preferissero quella di origine suina e ovina. Ma non tutti potevano permettersi di metterla in tavola, e anche chi ne aveva la possibilità non lo faceva tutti i giorni.</p>Casa del Tiaso, affresco con animali domestici e selvatici<p>Per le classi popolari, la fonte proteica principale restavano <strong>legumi</strong> e, con ogni probabilità, i prodotti ittici, derivanti dallo sfruttamento delle risorse acquatiche. Dati, questi, già peraltro oggetto di approfondimento nell’ambito della mostra <strong><a href="https://storiearcheostorie.com/2023/12/15/mostre-laltra-pompei-vite-comuni-allombra-del-vesuvio-la-toccante-quotidianita-degli-ultimi-in-300-oggetti-foto-video/" rel="nofollow noopener" target="_blank">“L’altra Pompei” </a></strong>tenutasi presso la Palestra Grande del sito lo scorso anno.</p><p><strong>Leggi anche</strong></p><p><a href="https://storiearcheostorie.com/2023/12/15/mostre-laltra-pompei-vite-comuni-allombra-del-vesuvio-la-toccante-quotidianita-degli-ultimi-in-300-oggetti-foto-video/" rel="nofollow noopener" target="_blank">https://storiearcheostorie.com/2023/12/15/mostre-laltra-pompei-vite-comuni-allombra-del-vesuvio-la-toccante-quotidianita-degli-ultimi-in-300-oggetti-foto-video/</a></p><p><strong>Il mare nel piatto: pesce e garum</strong></p><p>Le analisi confermano un <strong>consumo significativo di risorse marine</strong>. Il pesce, documentato già dalle fonti antiche e da numerosi resti ritrovati nei <strong><a href="https://storiearcheostorie.com/2021/08/10/pompei-lo-straordinario-termopolio-affrescato-apre-finalmente-al-pubblico-foto-video/" rel="nofollow noopener" target="_blank">thermopolia</a></strong>, le taverne molto numerose anche a Pompei, faceva parte integrante della dieta. Lo si mangiava non solo fresco, ma anche sotto forma di <strong>garum</strong>, la celebre salsa di pesce fermentato diffusa in tutto l’Impero.</p><p><strong>Leggi anche</strong></p><p><a href="https://storiearcheostorie.com/2021/08/10/pompei-lo-straordinario-termopolio-affrescato-apre-finalmente-al-pubblico-foto-video/" rel="nofollow noopener" target="_blank">https://storiearcheostorie.com/2021/08/10/pompei-lo-straordinario-termopolio-affrescato-apre-finalmente-al-pubblico-foto-video/</a></p><p>I valori isotopici riscontrati nei resti dei pompeiani e dei loro animali ci confermano che il <strong>mare era una risorsa sfruttata intensamente</strong>, non solo per il commercio, ma anche per l’alimentazione quotidiana.</p><p><strong>Il ruolo dei cani e le reti alimentari</strong></p><p>Lo studio ha riguardato anche i <strong>cani</strong>, spesso trascurati in questo tipo di studi. I loro valori isotopici mostrano diete simili a quelle dei padroni, probabilmente dettate dalla prassi di gettar loro gli avanzi di cucina. I cani, in altre parole, <strong>mangiavano quel che mangiava il padrone</strong>, o quasi: un dato importante per ricostruire le abitudini di vita dei pompeiani e anche la loro gestione degli animali domestici.</p><p><strong>Archeologia molecolare e futuro della ricerca</strong></p><p>Come ha sottolineato il direttore del Parco, <strong>Gabriel Zuchtriegel</strong>, la ricerca dimostra come l’archeologia non termini affatto con lo scavo: “Grazie a tecniche come l’analisi isotopica, possiamo rielaborare materiali raccolti anche molti anni fa e ottenere dati nuovi, preziosi e imprevedibili. Pompei è un laboratorio vivo di archeologia del presente”.</p><p>Con un terzo della città ancora da scavare e grazie all’archivio di materiali organici già raccolto, il potenziale scientifico della città è ovviamente immenso. I prossimi studi potrebbero concentrarsi sulle <strong>differenze di dieta tra classi sociali, in base al genere e all’età</strong>, e chiarire anche l’impatto delle rotte commerciali sull’alimentazione urbana.</p><p><strong>Guarda il video</strong></p><p><a href="https://www.youtube.com/watch?v=rnuu4ggBfYg" rel="nofollow noopener" target="_blank">https://www.youtube.com/watch?v=rnuu4ggBfYg</a></p><ol><li>Si tratta di atomi che hanno numero di massa diverso rispetto ad altri dello stesso elemento: due isotopi hanno quindi lo stesso numero di protoni (cioè lo stesso numero atomico) ma diverso numero di neutroni. ↩︎</li></ol><p><span></span></p><p><a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/alimentazione-romana/" target="_blank">#alimentazioneRomana</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/allevamento/" target="_blank">#allevamento</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/archeologia/" target="_blank">#archeologia</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/archeologia-molecolare/" target="_blank">#archeologiaMolecolare</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/dieta-antica/" target="_blank">#dietaAntica</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/eruzione-79-d-c/" target="_blank">#eruzione79DC_</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/garum/" target="_blank">#garum</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/isotopi/" target="_blank">#isotopi</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/legumi/" target="_blank">#legumi</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/pesce/" target="_blank">#pesce</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/pompei/" target="_blank">#pompei</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/studi/" target="_blank">#studi</a> <a rel="nofollow noopener" class="hashtag u-tag u-category" href="https://storiearcheostorie.com/tag/vesuvio/" target="_blank">#Vesuvio</a></p>